Intrecci tra ‘ndrangheta e ultrà delle due tifoserie. La spartizione del business dei biglietti e del merchandising. Le indagini sui capi della Curva Nord. E il giallo sulla spedizione punitiva di tifosi rossoneri assieme a Fedez
L’attenzione è riservata, piuttosto, a quel legame non visibile a occhio nudo che unisce i capi ultrà di alcuni dei gruppi più in vista del secondo anello blu e di quello verde, rispettivamente occupato dalle tifoserie più estreme di Milan e Inter.
Una saldatura impercettibile fino a qualche tempo fa. Affiorato in superficie nel corso dei mesi per via di fatti che hanno conquistato la cronaca nazionale e le prime pagine dei principali quotidiani del paese. Messi assieme questi frammenti compongono un’unica storia di violenza, affari e malavita.
La prima sequenza è di aprile 2024. Le telecamere riprendono in presa diretta una spedizione punitiva contro il personal trainer Cristian Iovino: aggredito dopo una serata in discoteca da un commando di almeno otto ultrà rossoneri accompagnati dal celebre Fedez. Insieme al cantante, nel locale, c’era il suo bodyguard, intimo dei capi ultrà milanisti.
La seconda sequenza è ancora più brutale. Dal centro delle discoteche dei vip di Milano l’obiettivo punta verso l’hinterland desolato. Cernusco sul Naviglio, 4 settembre 2024: l’esecuzione di Antonio Bellocco è avvenuto alle 11 di mattina. Un rampollo della potente mafia calabrese, la ’ndrangheta, fatto fuori a coltellate dentro una Smart è un fatto senza precedenti.
Anche perché l’assassino non è un affiliato di famiglie antagoniste, ma uno dei vecchi capi ultrà dell’Inter che con Bellocco era di casa in Curva Nord continua a leggere