“Ho letto io adesso, me l’hanno girato adesso: Il Barone vuole De Zerbi! …ma come fai a fare un nome? come fai a fare i nomi? …ma Barone, stiamo premendo, stiamo premendo per CONTE, ma tu rappresenti la Curva, te lo vuoi mettere in testa che non rappresenti te stesso? …ho capito! Ma rappresenti la Curva Barone!!! Non è vero che non sei nessuno! Sei il Barone! Sei il Barone, Gianca! Sei il Barone! …vabbò, ok! Ma non fare nomi di allenatore! Ma Barone… ma sto facendo, sto facendo da quattro giorni, robe con il Milan e mi vai a dire De Zerbi??”, sono le parole di Lucci riportate nell’atto.
Il “ruolo apicale” di Luca Lucci è reso evidente – spiegano gli inquirenti nel documento – dal fatto che anche in altre dichiarazioni con terzi “si spingeva a rendere dichiarazioni sulla migliore guida tecnica per la squadra, così provando ad influenzare le scelte della società”
E ancora, in un’altra telefonata fatta dal Barone a Lucci il giorno dopo quella riportata sopra, il Barone gli dice di essere stato contattato da alcune televisioni per rilasciare un’intervista sulla situazione del Milan e gli chiede cosa avrebbe potuto dire in quella circostanza.
La risposta di Lucci è perentoria: “In questo momento se vogliono tenere il popolo unito …la scelta Conte è la scelta più intelligente, a livello di società… perché in un secondo hai fatto passare tutti i malesseri al popolo rossonero! …non è più disposto a mantenere un clima di serenità!!! e di tranquillità… perché il popolo rossonero non è né sereno, né tranquillo! vogliono il tifo, vogliono il tifo dalla curva, dalla curva più forte d’Italia, se lo devono meritare!!!! a partire, a partire dalla società… e la scelta, la scelta, la scelta dell’allenatore è il primo tassello dove noi valutiamo le intenzioni della società… No!!! Barone!!! Conte devi dire… devi dire Conte!! Uno come Conte! …se il Milan vuole vincere, e prendi uno come Conte, vuol dire che c’è ambizione di tornare grandi, capito?
C’è ambizione di tornare grandi! Poi glielo dici chiaramente, non siamo più disposti a sentire, a sentire, da nessuno, dichiarazioni folli dei nostri dirigenti e del nostro presidente, non siam più disposti…” continua a leggere