È il 26 dicembre 2022, Lucci è ai domiciliari, ma all’interno della sua abitazione gli inquirenti registrano la presenza di svariati personaggi della “Curva Sud” del Milan.
Il gruppo parla della possibilità di occuparsi, in maniera remunerativa, dei parcheggio dello stadio Meazza, ma discutono anche su eventuali indagini che li riguardano, citando un tale Jacopo, con Lucci che dice: «(…) si devono fare la croce sopra.
Loro hanno beccato il PM più forte… qui a Milano, in Italia… loro si devono fare il segno della croce… si dicono le robe, le cose…sento in giro di quelle robe…cazzo le mani tra i capelli!».
Da quanto è emerso dall’inchiesta, inoltre, Luca Lucci avrebbe legami con altri due soggetti legati alla ‘ndrangheta ma non indagati in questa inchiesta.
Il primo – non indagato in questa inchiesta – sarebbe legato a Domenico Papalia, classe ’83, figlio di Antonio, appartenente all’omonima famiglia di ‘ndrangheta orbitante nell’area Milanese tra Corsico e Buccinasco.
Ma non è finita qui, in Calabria ci sono molti affari che Lucci aveva captato, come anche il guadagno sul continua a leggere