Gli indagati – 16 in carcere e 3 ai domiciliari – “sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras delle due principali squadre milanesi e i reati connessi al giro d’affari legato al contesto calcistico”, si legge in una nota della questura.
Le manette sono scattate per quasi tutti i componenti del direttivo.
In cella sono finiti gli uomini più in vista della Sud: i fratelli Lucci, Francesco e Luca, il loro fedelissimo Islam Hagag – il 35enne “Alex Cologno” che ha da poco patteggiato una condanna per un pestaggio fuori dal Meazza -, il 42enne Alessandro Sticco – famoso come “Shrek”, anche lui condannato per lo stesso pestaggio – e il 41enne Christian Rosiello, coinvolto nel raid sotto casa del personal trainer dei vip Cristian Iovino, picchiato dopo una lite in una discoteca con Fedez, di cui lo stesso Rosiello è bodyguard.
Stesso destino per gli esponenti di spicco della Nord: in cella il 39enne Marco Ferdico – volto degli ultras interisti da dopo l’omicidio dello “zio” Vittorio Boiocchi -, suo padre Gianfranco, “Maurino” Mauro Nepi – lanciacori del secondo anello verde -, il 39enne Matteo Norrito e “Renatone” Renato Bosetti, 54 anni.
Nell’inchiesta della squadra mobile, guidata da Alfonso Iadevaia, vengono ricostruiti pressioni sulle società, episodi violenti, gli interessi sui parcheggi – con imprenditori vicini alla ‘ndrangheta – e le mire delle due curve per un mare di affari.
Proprio la gestione dei ricavi della Nord, almeno stando al racconto del killer reo confesso, avrebbe portato alla morte di Totò Bellocco, il 36enne erede dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta ucciso la mattina del 4 settembre a Cernusco continua a leggere